SILVIA FERRARA
Psicologa, Psicoterapeuta, Ph.D, specialista in Psicologia Clinica
Mindful Eating
"La pratica regolare della consapevolezza di quando mangiamo, che cosa mangiamo, che sapore ha ciò che mangiamo, da dove viene, che cosa contiene e come ci fa sentire dopo averlo mangiato, contribuisce molto a far avvenire cambiamenti naturali in questa sfera
della nostra vita, tanto importante e tanto carica emotivamente".
da " Vivere momento per momento" di John Kabat Zinn
COS'E' LA MINDFUL EATING
La Mindful Eating è una pratica di consapevolezza utilizzata per migliorare l’autoregolazione con il cibo.
Consapevolezza significa prestare attenzione in un modo peculiare di proposito, nel momento presente e senza presunzione, ne giudizio.
E’ “ l’arte di vivere presenti a se stessi!”.
Praticare la Mindful Eating significa quindi diventare consapevoli del proprio rapporto con il cibo, rendendosi conto dei comportamenti automatici, dei pensieri, sentimenti e abitudini sociali legate al cibo.
Mindful Eating significa ritrovare il gusto di mangiare il cibo che ci piace senza sensi di colpa, liberandoci dai condizionamenti sull’alimentazione e guadagnando libertà dai pregiudizi sul peso.
Nuove evidenze scientifiche mostrano il potenziale di questo approccio in campo alimentare, sia in ambito clinico che di interventi di salute.
BASI DELLA PRATICA
Quando ci impegniamo a prestare attenzione senza riserve, senza farci condizionare da preferenze o antipatie, opinioni, e pregiudizi, proiezioni e aspettative, si aprono nuove possibilità e ci viene offerta l’occasione di liberarci dalla gabbia mentale dell’inconsapevolezza; vuol dire risvegliarsi e vedere le cose come sono. La pratica della consapevolezza è particolarmente utile per realizzare e mantenere cambiamenti nel nostro modo di mangiare. Possiamo anche fare attenzione alla qualità del cibo che mangiamo, a come è stato coltivato o prodotto, da dove viene, che cosa contiene.
Portare la consapevolezza nel cibo ci permette di osservare il rapporto tra il nostro umore, il nostro stato mentale e il nostro corpo.
COSA CAMBIA
Il cibo occupa un posto di primo piano nella nostra vita: dedichiamo tempo ed energia a comprarlo, prepararlo, servirlo, mangiarlo, al lavaggio e al riordino che seguono ogni pasto.
Tutte queste attività offrono molte occasioni di consapevolezza.
Sono tutti ambiti in cui non ci è facile osservarci sistematicamente e senza giudizio, se non partiamo da un forte impegno a liberarci delle abitudini malsane e a sviluppare un modo di vita più coerente e integrato.
Questo tipo di attenzione produce maggiore lucidità, chiarezza e accettazione della realtà in atto. La pratica della mindfulness richiede solo che tu faccia attenzione, osservando le cose così come sono.
La tua mente è così abituata a pensare di sapere quali sono i tuoi bisogni e i risultati a cui dovresti arrivare, che è facile cadere nella trappola di cercare di controllare il processo e dirigerlo a modo tuo. Ma questo atteggiamento è esattamente l'opposto di quello che facilita il lavoro della consapevolezza e presenza mentale. Non occorre che tu cambi nulla.
COMPONENTI DELLA PRATICA
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La pratica della mindfulness richiede un atteggiamento di ricettività.
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La pratica della mindfulness richiede accettazione.
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La pratica della mindfulness richiede la sensibilità nei confronti delle connessioni e della totalità.
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Nella pratica della mindfulness, metti deliberatamente da parte la tendenza della mente ad attaccarsi a certi aspetti della tua esperienza e a respingerne altri.
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Lasci invece che l’esperienza sia quello che è e la osservi istante per istante.
Quando prepari il cibo, prova a farlo consapevolmente.
Prova la meditazione di pelare le carote o tagliare le verdure. Riesci a essere completamente presente nell'atto di pelare
o tagliare?
Prova a fare attenzione al respiro e a tutto il tuo corpo, mentre prepari vari
ingredienti o cucini.
Che effetto ha fare le cose
in questo modo?