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Da "Piccole donne" a "Sex and city": il cammino dell'emancipazione


Da "Piccole donne" a "Sex and city": il cammino dell'emancipazione

di SILVIA FERRARA

Cari lettori,

le vacanze sono il periodo in cui possiamo immergerci in riflessioni e osservazioni del nostro vivere quotidiano; stacchiamo la spina dalla routine e dalla frenesia , ritrovandoci coinvolti in incontri e intrattenimenti meno seriosi del solito.

Aggiungiamo a tutto questo per noi donne quegli scoops che riviste, chat e social network, ci offrono per divagare, trovare un po'di leggerezza, così, per vivere alcuni momenti senza impegno, ma ecco che frivole notizie acquisiscono comunque una rilevanza tale, da arrivare ad argomentarle con tono serio e scrupoloso, assumendo persino il valore di una discussione esistenziale. Ecco, credo sia quanto è successo a me in questi giorni.

All'indomani della visione di alcuni episodi della serie televisiva Sex and City, mi è sorta questa annosa questione: quale percorso sta seguendo l'emancipazione femminile? Sono queste quattro donne newyorchesi le icone femminile del nuovo millennio?

Sotto un tenue sole di agosto, quindi ne escludo l'effetto sulle mie sinapsi, questo pensiero è rimasto fisso, fisso per ore, come un laser, fisso sempre sullo stesso punto: quale percorso sta seguendo la nostra emancipazione?

Ecco che incredula, mi imbatto proprio in una video-intervista del 20 agosto al Corriere della Sera dell'avvocato Anna Danovi, presidente del Centro per la Riforma del diritto di famiglia, la quale dichiara: “Il mio progetto era fare la carriera universitaria. Il mio professore mi chiese: “Non è che ha progetti matrimoniali?”. Mi sarei sposata qualche giorno dopo. Il prof disse: “Rinunci, non è compatibile con la famiglia”. E questa frase mi è rimasta dentro e ha guidato la mia sfida».

Quindi da queste parole si evince una vittoria, una sfida superata, eppure i miei i pensieri tornano al passato, a cose allora inconsapevoli e l'interrogativo sulla questione torna: c'era un barlume di emancipazione nel romanzo Piccole donne?

Vi starete chiedendo cosa c'entra, già; la risposta è il continuum. Se la nostra evoluzione da molti secoli viaggia parallela con il cammino emancipatorio, beh anche in quel romanzo deve esserci stata una traccia....Sono cresciuta negli anni '70 in Italia con le parole della Alcott, che pubblicò il suo famoso romanzo nel 1868 in America; una Bibbia al femminile per mia madre, pane quotidiano per buone regole di costume e di educazione.

Ricordo che appena mi vide entusiasta della lettura, si prodigò nell'acquisto del seguito Piccole donne crescono e furono anche una perfetta soluzione per i regali di compleanno alle mie amiche d'infanzia per due anni.....

La storia la conoscete tutti immagino; quattro sorelle che si confrontano nelle esperienze della vita, con sofferenze, gioie e sogni differenti, in cui una di loro però rompe gli schemi e pone prima di tutto le sue ambizioni, emancipandosi dai modelli culturali del tempo.

Bene, ecco la traccia. E quali tracce possiamo trovare oggi per una visione lungimirante della nostra emancipazione? Uno spunto è sempre l'intervista dell'avvocato Danovi, che dedica le ultime frasi agli uomini dicendo “La donna oggi affronta il suo diritto di famiglia con più coscienza, più certezze più preparazione di un tempo. Gli uomini hanno perso potere e non hanno saputo ricostruire la loro identità. Avverto una grande fatica nell'uomo a reggere il confronto con il cambiamento della donna.

In queste parole dell'avvocato colgo una riflessione, che potrebbe sembrare retorica e persino provocatoria, ma a mio avviso, sarà proprio questa la visione da acquisire per il futuro. Il prossimo pezzetto del puzzle sull'emancipazione delle donne richiederà due cose: da un lato saper sempre più aiutare gli uomini ad accettare questo importante cambiamento avvenuto, visto che ormai ce l'abbiamo fatta, e dall'altro poterci finalmente permettere di incominciare a emanciparci dall'emancipazione.

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